ASSETTO IN BICICLETTA E TELAIO

Assetto in bicicletta e telaio Consolidata la tecnica della messa in sella del corridore ciclista si evidenziano due realtà. Primo: Salvo errore madornale nell’acquisto del telaio è sempre possibile realizzare la posizione dal punto di vista dinamico su un telaio standard assegnato secondo la filosofia di misura XS; S;M;L;XL. , quindi per questo modo di operare non c’è la necessità di sostituire il telaio dopo il posizionamento. Secondo:Secondo il principio del massimo rendimento vettoriale del corridore sulla bici, i soggetti che hanno valori di spinta alti in rapporto al loro peso, su telai standard finiscono in posizione molto avanzata sia di sella che di manubrio, per cui il loro peso in assetto risulta parecchio sulla ruota anteriore e ciò può dare problemi di stabilità della bicicletta in fase di rallentamento mediante frenatura sotto curva e/o in discese rapide, dove il corridore è costretto a spostarsi all’indietro. In pratica in questi telai predefiniti quando il telaio deve fare le funzioni principe di dare stabilità e guidabilità nelle situazioni in cui queste sono indispensabili, spesso queste funzioni sono carenti. A livello di ricerca abbiamo in fase sperimentale un sistema che permette di progettare il telaio “su misura”sul soggetto dal punto di vista dinamico. Il sistema supera nettamente il metodo antropometrico basato sulle sole misure corporee. Assodata la posizione dell’atleta,si è in grado di generare il telaio che coniuga alla massima resa del lavoro di pedalata determinata dalla posizione, la massima stabilità in situazioni critiche quali quelle sopra menzionate. Lo scopo che raggiungeremo sarà di dare tutta la resa fisica dell’atleta unita alla massima stabilità del mezzo a terra. WWW.CYCLINGPOSITIONSYSTEM.BLOGSPOT.COM Emilio Buzzi

Problematiche fisiche e ciclismo

Nuovo servizio di consulenza affiancato alla messa in sella, la terapia osteopatica operata dal dott. Stefano Buzzi.
Disponibilità presso il proprio ambulatorio, per contatti: DOTT.BUZZI.STEFANO@GMAIL.COM

CYCLING POSITION SYSTEM

Metodo di posizionamento in bicicletta progettato e realizzato da Emilio Buzzi con collaborazione da parte dell’Istituto di Meccanica applicata alle macchine della Facoltà di Ingegneria della Università di Pavia e dell’Istituto di Medicina dello sport dell’Università presso la Fondazione Maugeri di Pavia. Metodo scientifico universale nell’applicazione, canonico nelle regole , innovativo nel determinare l’arretramento, determina questo parametro dinamico per mezzo del ciclo simulatore computerizzato costruito allo scopo dotato di precisa strumentazione dinamometrica, la quale permette per ogni soggetto durante la pedalata la realizzazione della massimizzazione del rendimento del vettore di spinta sul pedale, ottimizzando il lavoro muscolare unitamente alla personale migliore aerodinamica.

Laureati in Ingegneria all'università di Pavia con Tesi di Laurea inerenti il sistema Cycling Position System:- Andrea Sconfietti
- Alessandro Spiga
- Alessandro Crotti
- Fabio Boiocchi

- Matteo Garampazzi

RICERCATORI:

- Dipartimento di meccanica strutturale, Università di Pavia
- Istituto di Medicina dello Sport, Fondazione S. Maugeri Pavia
- C. Rottenbacher, G.Bonandrini, G. Mimmi, A. Crotti, E. Buzzi
- M.Gualea, D. Zaccaria,


PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE:
- Rottenbacher C., Bonandrini G., Mimmi G., Buzzi E. “Special Cycle-Ergometer to Optimize the Rider Position through Force Measurement” negli atti di AIMETA '07 - XVIII Congresso AIMETA di Meccanica Teorica e Applicata, Brescia, 11-14 Settembre 2007. Atti su cd rom. Abstract p. 134. (AN)
- Mimmi G., Rottenbacher C., Bonandrini G. “Special Bicycle Ergometer for Optimum Rider Position”, 5Th World Congress of Biomechanics Munich, Germany , 29 July-4 August 2006.
-
Journal of Biomechanics Volume: 39, Supplement 1, 2006, pp. S545. (AI)
-XIX Congresso AIMETA 2009
C. Rottenbacher, D. Zaccaria, M. Gualea, G. Mimmi, G. Bonandrini, E.Buzzi A study on the biomechanical efficiency of different cycling positions.

Atleti professionisti che hanno recentemente adottato questo metodo:
-Solari Luca
-Davide Rebellin
-Matè Luis
Niccolò Bonifazio

PERCHE' ESEGUIRE QUESTO TEST:

Negli ultimi anni la ricerca scientifica nel campo dell’analisi posturale applicata al ciclismo ha fatto grandi passi grazie anche ai mezzi che la moderna tecnologia ha messo a disposizione. Ormai la determinazione dell’assetto in bicicletta realizzato solo mediante coefficientazioni o algoritmi combinati con le misurazioni antropometriche dell'atleta è da ritenersi superato. La tecnica base di questo cambiamento che è principalmente legata all’esame mediante strumenti ottici ed elettromiografici del movimento e allo studio dell’immagine dell’atleta mentre pedala, ha dato un grosso contributo nello specifico campo della biomeccanica legata alla costituzione del gesto e alle correzioni posturali stabilendo regole che costituiscono letteratura dalle quali non si prescinde.
Non avendone però specifica efficacia queste forme di analisi tralasciano completamente affidandolo alla statistica abbinata al metodo della verticalità del ginocchio , il fattore "dinamica" nel sistema uomo- bicicletta determinato dall'arretamento, che è innegabilmente disciplina intrinseca con il gesto della pedalata essendovi in esso in gioco delle forze.
E' basandoci su questa disciplina a cui la biomeccanica e la configurazione aerodinamica sono complementari che siamo in grado di determinare e asserire la massimizzazione del rendimento del vettore al pedale, o riduzione al minimo della fatica in base alla prestazioni personali.
Per questo è nato Cycling Position System, metodo che ricalca la letteratura in fatto di regole di biomeccanica e di configurazione aerodinamica e individua in modo certo secondo canoni scientifici l’ultimo parametro dell’assetto ossia l’arretramento, che la letteratura affidandolo alla statistica implicitamente dichiarava ancora in discussione.
I risultati sono immediatamente riscontrabili.


Quando eseguire il test:
Trattandosi di un test dinamico occorre che l'atleta non arrivi a sostenere il test dopo un periodo di fermo.Nel periodo invernale per sostenere il test necessita che il corridore sia in movimento anche in una attività complementare.
Per soggetti dediti allo sport, che nel test subiscono considerevoli modifiche rispetto all’assetto precedente, è necessario un secondo test di verifica alla fine della stagione ciclistica.
Realizzata la posizione, non cambiando lo standard di uso della bicicletta si consiglia un controllo almeno ogni due anni.


Per potere eseguire il test:
- Scaricare da questo blog la modulistica informativa e di consenso che dovrà essere consegnata debitamente compilata in ogni sua parte al momento della esecuzione del test.


NOTA INFORMATIVA
NOTA INFORMATIVA della prova per la messa in posizione in bicicletta con il metodo C.P.S Cycling Position System. Il TEST di messa in posizione in bicicletta prevede due fasi di sforzo, lo sforzo è determinato in base alla frequenza cardiaca di riferimento calcolata come 220 meno l’età del soggetto. Una prima fase di pedalata a bassa frenatura della durata massima di trenta minuti primi alla frequenza cardiaca non superiore al70% della frequenza cardiaca di riferimento. Una seconda fase dove è prevista una pedalata sotto sforzo alla frequenza cardiaca massima pari a 90% della frequenza cardiaca di riferimento, la durata dello sforzo sarà inferiore o uguale a 15 minuti primi. Informo che nel luogo dove si esegue il test non è disponibile assistenza medica. Questa nota informativa è fornita in tempo utile prima della esecuzione del TEST allo scopo di permettere al soggetto che intende sottoporsi, di verificare preventivamente presso un centro medico idoneo la possibilità di sostenere questa prova senza che la stessa sia causa di problemi di salute conseguenti allo sforzo previsto e dichiarato. Chi decide di sottoporsi lo fa in maniera autonoma e consapevole, esonerando gli addetti alla prova da ogni responsabilità per danni fisici anche gravi che si potrebbero verificare in conseguenza allo sforzo sopra dichiarato sostenuto durante il TEST.


DICHIARAZIONE di RESPONSABILITA
Io sottoscritto........................................................................................................nato a ..............................
il................................................residente
.............................................................................................................DICHIARO di avere preso atto della nota informativa relativa alla prova a cui voglio sottopormi, di avere verificato quanto indicato in questa nota e di approvarlo, di assumermi la piena responsabilità delle mie condizioni fisiche nel corso del TEST di POSIZIONAMENTO , di sollevare da ogni responsabilità gli addetti alla prova per qualsiasi danno fisico anche grave conseguente allo sforzo che vado a sostenere. Autorizzo inoltre ai sensi delle leggi vigenti, il trattamento dei miei dati personali. Data................................................ Firma................................................................


LE RAGIONI DEL TEST

Attualmente sul mercato in relazione alla ricerca della soluzione della problematica della messa in sella del corridore ciclista, vengono proposte diverse procedure che dovrebbero essere basate su regole universalmente riconosciute ed avallate dalla ricerca scientifica.
Bisogna ricordare che qualsiasi procedura per essere definita “metodo”, deve prevedere regole chiare e fondate, che al ripetersi delle condizioni di applicazione (nel nostro caso quelle fisico-dinamiche dell’atleta) in prove successive, deve sempre portare agli stessi risultati, ( nel nostro caso la stessa posizione dell’atleta). Considerati gli studi medico-tecnici facenti parte della letteratura, che indicano come posizionare le tacchette dei pedali, come determinare l’altezza della sella, es. Hamley & Thomas e Nordeen & Cavanagh , che la posizione del manubrio pur personalizzata deve essere realizzata tendendo alla configurazione ciclistica con il migliore coefficiente aerodinamico definita “Dalmonte standard” (posizione mantenuta da Francesco Moser al record dell’ora nel 1984 a Città del Messico), la "variabile ciclistica" dell’assetto restante da definire, indicata dalla letteratura legata alla statistica e quindi perfettibile, su cui si dovrebbero rilevare motivate differenze nelle varie metodologie sul mercato, è l’ARRETRAMENTO. Tra le varie proposte, l'unica tecnica avallata in letteratura attualmente in uso per determinare questo parametro prevede la verticalizzazione del ginocchio rispetto all’asse del pedale, in riferimento alla quale il ciclista viene posizionato su base statistica. Tra gli specialisti del campo è risaputo che questo metodo pur costituendo unico riferimento in letteratura è riduttivo dal punto di vista dinamico, in quanto la verticalizzazione del ginocchio considera la pura funzione meccanica dell’arto durante la spinta. Di fatto l’arretramento va correlato alla posizione del baricentro corporeo del soggetto, la cui posizione durante la pedalata, deve essere attuata in relazione all’azione di contrasto alla forza di spinta esercitata sul pedale, forza che altrimenti tenderebbe a spostare il corridore dalla sella. E’come conseguenza del movimento del baricentro corporeo che il ginocchio si va a posizionare e non a priori, altrimenti si spieghi perché lo stesso in pedalata seduta a bassa spinta tende ad essere arretrato, mentre fuori sella è ben oltre la verticalità. Gli studi che ho sviluppato su questo parametro ciclistico basati sulla dinamica del sistema uomo-bicicletta, mi hanno portato ad individuare vettori correlati alla posizione del baricentro corporeo, (misurabili strumentalmente) il cui rilevamento in specifiche condizioni permette di determinare il punto esatto dell’arretramento della sella che MASSIMIZZA il rendimento della spinta al pedale, annullando la dispersione di energia con conseguente miglioramento delle prestazioni personali. L’analisi su cui si basa questo mio metodo innovativo nell’individuare l’arretramento, costituisce un netto spartiacque rispetto agli attuali modi di operare su questo parametro, dimostra equazioni alla mano la netta correlazione tra forza muscolare, costituzione fisica del soggetto e arretramento, permettendo la determinazione di questo parametro lavorando solo sulla dinamica del sistema, rispettando tutte le altre regole che costituiscono la letteratura. L’idea di base del mio sistema, considera la posizione del baricentro corporeo rispetto al punto di spinta, evidenziando la unicità della posizione in bicicletta per ogni corridore. Entrando più nello specifico si dimostra analiticamente e poi strumentalmente, che due persone con le stesse misure antropometriche che assumono la stessa configurazione (altezza della sella, inclinazione del busto) con la stessa forza muscolare delle gambe, ma con diversa distribuzione di massa (es. spalle larghe e l’altro strette) hanno un diverso arretramento, così come due persone con le stesse misure antropometriche, con la stessa distribuzione di massa e con la stessa forza muscolare, ma che non assumono la stessa configurazione (stessa altezza sella, diversa inclinazione del busto) hanno sicuramente anch’esse un diverso arretramento. E’ sempre dalla dinamica del sistema che si evidenzia con chiarezza la seconda funzione del manubrio, non seconda però come importanza alla prima che è quella di guidare la bicicletta; seconda funzione che permette al corridore assieme alla aerodinamica e alla comodità, di lavorare sempre in condizioni di rendimento massimo della pedalata al variare della intensità della stessa. Il gesto naturale che il ciclista tende ad eseguire nella pedalata, la cosiddetta “pedalata rotonda”,è una conseguenza del giusto assetto, ed è essenzialmente legato alla non esistenza di “costrizioni dinamiche”, costrizioni che sono costituite dalla errata posizione di sella e manubrio..Le problematiche o tecnopatie legate al gesto della pedalata e la loro casistica sono ben conosciute nel campo specialistico, in tanti casi sono dovute al non rispetto di quelle che sono le regole basilari di biomeccanica legate al ciclismo, riguardanti angoli di lavoro degli arti, di posizione degli attacchi, cosi come sono conosciute le soluzioni ”primarie”da attuare. L’insorgenza di problemi fisici o la loro persistenza nonostante il rispetto di queste regole, evidenzia la sussistenza di problematiche sicuramente legate allo stato fisco del soggetto e come tali mediche. In generale quindi le discipline implicate nella attività ciclistica in fatto di posizionamento, vanno dalla biomeccanica descrittrice della attività muscolo-scheletrica a cui si affianca la parte medica, alla aerodinamica indicante la configurazione con il miglior coefficiente di penetrazione all’aria, alla dinamica data la presenza di forze. Con questa considerazione voglio fare notare la complementarietà delle diverse discipline descrittive del “sistema”, ma voglio soprattutto evidenziare la primaria importanza della dinamica legata al gesto rispetto alle altre, perché se rispettati i dettami fondamentali in fatto di biomeccanica non insorgono problemi fisici, sono le altre discipline (aerodinamica e dinamica) a determinarne il massimo rendimento in funzione della specialità, quindi il risultato sportivo.

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